È intitolata “For the Love of God” l’opera di Hirst, a seguito dell’esclamazione di sua madre alla vista dll’opera. Si tratta infatti della copia di un teschio dell’Ottocento circa, interamente ricoperto da diamanti (8601 per la precisione), a cui se ne aggiunge uno più grande a forma di goccia rovesciata di 52,40 carati posto sulla fronte. Il tutto è completato dai denti umani appartenenti al teschio originale. L’opera, venduta a 50 milioni di sterline, per un periodo è stata la più costosa di sempre. Con questo teschio Hirst simboleggia la decadenza della vita umana, opposta al diamante, il minerale più resistente in natura che simboleggia l’eternità. Dà speranza, ma al tempo stesso crea consapevolezza. Personalmente mi ricorda lo scheletro d’argento snodabile del Satyricon di Petronio, che il liberto Trimalchione espone durante il suo banchetto, per ricordare ai convitati e soprattutto a sé stesso cosa si diventerà dopo la morte, che la vita ha un termine, perciò andrebbe vissuta e goduta appieno.
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Una vista su emozioni sublimi
Siamo tutti di passaggio in questo mondo. Nasciamo senza uno scopo, viviamo senza comprendere il grande mistero della vita. Abbiamo infinite possibilità, ma possiamo scegliere fino ad un certo punto: il mondo è imprevedibile, le azioni altrui talvolta inspiegabili e ci ritroviamo incastrati in una serie di meccanismi fatti di cause ed effetti, nel continuo sforzo o desiderio di cambiare qualcosa della nostra esistenza, all’apparenza infinita, ma che sappiamo, più o meno consapevolmente, con una data di scadenza. Una serie di concetti complessi, su cui discutere a lungo, per cui ognuno ha la sua visione corredata da migliaia di sfumature. Forse saperle mettere insieme è alla base della grandezza del “Viandante sul mare di nebbia” di Friedrich, un’opera che precede il suo titolo e il nome dell’artista, in cui difficilmente non ci si può rispecchiare. Osserviamo questo uomo di spalle dall’identità sconosciuta e ci chiediamo perché sia da solo e così in alto su una vetta rocciosa. In realtà già ci troviamo tutti lì, ogni giorno, specialmente quando ci fermiamo a riflettere. L’uomo rappresenta l’umanità intera e la nebbia la vita ancora da scoprire e priva di istruzioni certe. Indica la possibilità di scelta e la responsabilità che ne deriva, i traguardi che ci prefissiamo e che forse non raggiungeremo nel modo in cui vogliamo e i piani che andranno sicuramente in fumo. Indica la confusione, ma anche la grandezza dell’animo umano, qui eroico nell’affrontare la vita, e che può scegliere di indagare in profondità, di avere una volontà propria. Un singolo individuo indica anche che solo noi siamo artefici della nostra vita e siamo assolutamente unici: infatti le vie sono infinite, ma bisogna stare attenti: siamo ospiti della natura, ed è stata lei a plasmarci così come siamo. Adesso tocca a noi comprendere quale ruolo ricoprire, ma non scordiamoci di ammirare e vivere questa visione sublime della nebbia sull’orizzonte senza fine.