Siamo tutti di passaggio in questo mondo. Nasciamo senza uno scopo, viviamo senza comprendere il grande mistero della vita. Abbiamo infinite possibilità, ma possiamo scegliere fino ad un certo punto: il mondo è imprevedibile, le azioni altrui talvolta inspiegabili e ci ritroviamo incastrati in una serie di meccanismi fatti di cause ed effetti, nel continuo sforzo o desiderio di cambiare qualcosa della nostra esistenza, all’apparenza infinita, ma che sappiamo, più o meno consapevolmente, con una data di scadenza. Una serie di concetti complessi, su cui discutere a lungo, per cui ognuno ha la sua visione corredata da migliaia di sfumature. Forse saperle mettere insieme è alla base della grandezza del “Viandante sul mare di nebbia” di Friedrich, un’opera che precede il suo titolo e il nome dell’artista, in cui difficilmente non ci si può rispecchiare. Osserviamo questo uomo di spalle dall’identità sconosciuta e ci chiediamo perché sia da solo e così in alto su una vetta rocciosa. In realtà già ci troviamo tutti lì, ogni giorno, specialmente quando ci fermiamo a riflettere. L’uomo rappresenta l’umanità intera e la nebbia la vita ancora da scoprire e priva di istruzioni certe. Indica la possibilità di scelta e la responsabilità che ne deriva, i traguardi che ci prefissiamo e che forse non raggiungeremo nel modo in cui vogliamo e i piani che andranno sicuramente in fumo. Indica la confusione, ma anche la grandezza dell’animo umano, qui eroico nell’affrontare la vita, e che può scegliere di indagare in profondità, di avere una volontà propria. Un singolo individuo indica anche che solo noi siamo artefici della nostra vita e siamo assolutamente unici: infatti le vie sono infinite, ma bisogna stare attenti: siamo ospiti della natura, ed è stata lei a plasmarci così come siamo. Adesso tocca a noi comprendere quale ruolo ricoprire, ma non scordiamoci di ammirare e vivere questa visione sublime della nebbia sull’orizzonte senza fine.