È proprio questo il titolo dell’opera di Piero Manzoni, molto nota per la sua originalità e lo stupore che suscita. Ebbene, come possono degli escrementi in scatola essere non solo considerati arte, ma anche conservati in diversi musei del mondo, tra cui il Tate Modern di Londra? La risposta è proprio davanti a noi e insita nella nostra società: qualsiasi cosa ormai può essere considerata arte, basta che vi sia la firma dell’artista, che qui ironicamente aggiunge anche il numero progressivo di serie da 1 a 90, l’anno, il peso e l’entità del contenuto e come conservarlo al meglio. Si tratta di una provocazione per denunciare la mercificazione dell’arte, a cui basta una sola firma che attesti l’originalità dell’opera e quindi il valore. Sempre nel 1961, Manzoni ha riaffrontato il concetto con “Opere d’arte viventi”, ossia due modelle nude su cui ha posto la sua firma. Così il corpo, sebbene sia materia viva, viene ridotto a semplice oggetto grazie alla firma a cui si riduce l’atto artistico.